#Adrenalingua #12 | :-( :-) ;) :D
La lettura dell’ultimo numero di zio mi ha portato a riflettere sul posto che oggi occupano le emoji nella nostra comunicazione scritta e su quanto possano essere più contestuali rispetto a punti, puntini e punti esclamativi.
Contestuali – cito da zio – "al tipo di conversazione che vuoi intraprendere, e soprattutto al tipo di persona alla quale ti rivolgi".
I casi d’uso di emoji presi in considerazione da wyncenzo si riferiscono a social e instant messaging: cosa cambia rispetto all’email, quando la usiamo al lavoro? Le emoji riescono a essere contestuali anche in questo caso, o basta usare sapientemente la punteggiatura?
Io nelle email tendo a sostituirle con quelle combinazioni di caratteri che il client di posta non converte in emoji. Per intenderci, quelle che si usavano prima sia delle emoji (come questa ☺) che delle emoticon (come questa ☹).
[Sempre per intenderci] :-( :-) ;) :D
Faccio così perché credo che un’email abbia una finalità diversa da un messaggio diretto o da un post sui social – sicuramente più informativa, di servizio – e perché trovo ecologico e funzionale non introdurre nell’email codici nati insieme a forme di comunicazione diverse. Riconoscendo, infine, che molto spesso la punteggiatura da sola non basta a dare a un messaggio di posta il tono di voce che vorremmo.